LUTTO NEL MONDO DELLO SPORT
Morto il difensore della Grande Inter di Herrera e della Nazionale di Messico ’70.
Tarcisio Burgnich è morto questa notte all’ospedale San Camillo di Forte di Marmi, dopo che nelle scorse settimane era stato ricoverato per un ictus. Dopo alcuni giorni di ripresa, alla fine anche lui, la ‘Roccia‘, come fu soprannominato da Armando Picchi, ha ceduto.

Burgnich era nato a Ruda, in provincia di Udine, il 25 aprile 1939. È stato una storica bandiera dell’Inter e della Nazionale azzurra.
Fu uno dei difensori della Grande Inter di Helenio Herrera, indossando la maglia nerazzurra dal 1962 al 1974. Appassionati di calcio e non lo ricordavano come il secondo nome nella filastrocca della formazione che tra il 1963 e il 1966 vinse quattro scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali.
Con la maglia della Nazionale italiana, fu fra i protagonisti del successo azzurro agli Europei del 1968, ma soprattutto fu uno dei grandi del Mondiale del ’70, perso in finale contro il Brasile. Di quella sconfitta, tutti ricordano il gol di testa di Pelé e le parole che lo stesso Burgnich disse nel post partita, non riuscendo a fermare l’attaccante brasiliano:
È fatto di carne ed ossa come tutti gli altri, mi dicevo prima di quella partita. Sbagliavo”.
Eppure, la storia di quel mondiale passa ancora di più dalla semifinale Italia-Germania 4-3, in cui lo stesso Burgnich realizzò il gol del momentaneo 2-2. Dopo il suo ritiro, intraprese la carriera da allenatore senza ottenere però grandi successi, diventando poi uno degli osservatori dell’Inter per l’Italia. Era considerato uno dei migliori difensori centrali che il calcio italiano abbia mai prodotto. La sua marcatura a uomo ha fatto scuola, ispirando i futuri specialisti come Claudio Gentile e Pietro Vierchowod.